Creative Commons questo sconosciuto...

di costaest il 01.02.12, 01:34:56

Apro questo topic per chi come me non ha dimestichezza con le licenze Creative Commons.
Visto che qui si parla di canzoni nuove e di pubblicazione mi sembra il posto migliore.
In passato ho avuto la fortuna di trovare piccole case editrici che ci hanno permesso di pubblicare ufficialmente i nostri lavori con annesso bollino SIAE e deposito dell'opera,(anche se come autori abbiamo fatto la rinuncia in quanto i costi erano troppo alti), facendo in modo che abbiamo una data certa di pubblicazione e una paternità certa dei lavori.
Questo però comporta che non ne siamo più proprietari e quindi possiamo disporne in ambito non live solamente se abbiamo l'autorizzazione formale della casa discografica (in pratica i proprietari dell'opera sono loro).
E' venuto il momento di adoperare qualcosa di diverso per i prossimi lavori e subito ho pensato alle licenze CC.
Ho provato a guardare a leggere ma non ne capisco fino in fondo le implicazioni e quale può essere la migliore per noi.
Mi piacerebbe che chi le ha usate/le usa tuttora potesse mettere a disposizione un po' della sua esperienza.
Oltretutto non sarebbe male avere alcune "dritte" sui posti migliori per potere pubblicare.
Scusate la lunghezza del post.
Paolo

di touch il 01.02.12, 15:57:40

Io ho trovato illuminante leggere questo: http://www.creativecommons.it/FAQ.

Ciao,
Touch.

di saguan67 il 01.02.12, 18:30:31

Anticipato per un pelo... Stavo per linkarti la stessa pagina...

di costaest il 02.02.12, 21:53:38

Avevo letto le pagine nel link.
Ci sono alcune cose che mi lasciano perplesso, provo a prendere i passaggi direttamente dal link postato.

Con riferimento al diritto italiano, la trasmissione dei diritti di utilizzazione dell’opera deve essere provata per iscritto. La valutazione di cosa si intenda per “prova scritta” compete di volta in volta all’eventuale giudice che fosse chiamato a pronunciarsi al riguardo: allo stato, vi sono pareri discordi sul valore di “prova scritta” del documento elettronico non firmato digitalmente. L’eventuale difficoltà probatoria si porrebbe per il licenziatario che dovesse dimostrare di avere acquisito i diritti concessi con la licenza Creative Commons a fronte di una dichiarazione in senso contrario del licenziante, e non per il licenziante. (Si noti, comunque, che questo tipo di difficoltà non è specifico delle licenze Creative Commons e può presentarsi con qualsiasi tipo di licenza priva di firma.)

può essere utile a fini probatori registrare o comunque precostituire in qualche modo una dimostrazione che dia atto della creazione dell’opera ad una certa data.

Soprattutto questa seconda frase come avete risolto il problema della "data certa" di pubblicazione?

di Rael il 03.02.12, 00:19:12

Mi pare che Senbee aveva postato qualcosa a riguardo un po' di tempo fà .... della serie " ti autospedisci una raccomandata con ricevuta di ritorno" ... ma non ricordo quale fosse la documentazione ... comunque glielo chiedo ...

di Senbee il 04.02.12, 00:52:49

Sì, quello è il metodo più estremo. Serve più che altro per provare la data dell'opera, così che in tribunale per eventuale causa per plagio ci sia una prova certa. Questo al di là della licenza che c'è sopra. Ma è utile anche nel caso di licenza CC (soprattutto per quelle NC e NC-SA).
Oggi in fondo basta pubblicare il video o la musica online: la data del server fa già fede. Comunque se si vuole essere sicuri, sono almeno 30 anni che chi non vuole avere la SIAE tra le balle fa così:
- registra il pezzo e magari scrive lo spartito o allega il testo e accordi con un foglio al CD o alla cassetta, in una busta.
- si chiude la busta con la cera lacca
- si spedisce la busta a se stessi con raccomandata con ricevuta di ritorno
- quando arriva la busta, la si deposita insieme alla ricevuta di ritorno e alla ricevuta di consegna in una cassaforte o addirittura in una cassetta di sicurezza in qualche banca

Questo metodo è a prova di bomba, non si può falsificare.

di costaest il 18.02.12, 00:51:00

Spulciando sulle FAQ di Jamendo ho trovato questo:

Che cos'è SafeCreative?
SafeCreative è un organizzazione che permette di provare l'autenticità, la paternità e l'anteriorità delle tue opere. Ti rilascia un certificato che sarà visibile dalla pagine del tuo album e da ogni suoi brani.

Mi sembra una cosa in tema. Qualcuno l'ha provato, sa se funziona bene?
Con le CC si possono vendere i CD ai concerti?

(se sono troppo o insistente ditemelo che mi fermo)

di Senbee il 21.02.12, 16:14:08

costaest ha scritto:
Spulciando sulle FAQ di Jamendo ho trovato questo:

Che cos'è SafeCreative?
SafeCreative è un organizzazione che permette di provare l'autenticità, la paternità e l'anteriorità delle tue opere. Ti rilascia un certificato che sarà visibile dalla pagine del tuo album e da ogni suoi brani.

Mi sembra una cosa in tema. Qualcuno l'ha provato, sa se funziona bene?

Io l'ho provata. Mi è arrivato il certificato, l'ho stampato... Poi non so se serva ^_^


Con le CC si possono vendere i CD ai concerti?

Sì, basta che specifichi che i soldi sono per il CD, per il lavoro di masterizzazione eccetera e non per i diritti della canzone in sé, se è NC.
Se non c'è la clausola NC allora credo che tu possa anche vendere la composizione in sé. Io però metterei sempre la clausola NC perché così eviti che altri si arricchiscano usando la tua canzone.

di federicoorg il 25.02.12, 05:44:20

Appena iscritto e faccio subito il pignolo... Riferendomi a Senbee, la cera lacca potrebbe esser stata messa una volta ricevuta la busta e cambiato il contenuto della stessa... Credo che l'unica maniera per quantomeno attestare una data certa, ma non una paternità, sia auto inviarsi lo spartito NON in busta, in maniera che il timbro delle poste, che dovrebbe ancora avere valore legale, venga apposto sullo spartito stesso...
Penso che in realtà attestare una paternità precisa sia difficile a prescindere dalle licenze scelte, anche con in mezzo la siae sono moltissime ed ingarbugliate le cause.
Personalmente approvo ed incentivo tantissimo le licenze cc...

di saguan67 il 25.02.12, 10:36:35

Penso basti attaccare l'etichetta della posta al momento della spedizione della raccomandata (operazione svolta presso lo sportello postale) su entrambi i lembi della busta (in aggiunta alla ceralacca). Eventuali manomissioni salterebbero all'occhio...

Resta il fatto che in Italia (altrove non ne ho idea) non é per nulla difficile intentare cause "disparate" e del tutto inventate. Se qualcuno é in malafede, ti porta in tribunale comunque. Il punto é avere in mano le carte giuste per uscirne bene....

Benvenuto! Ormai sto diventando ripetitivo con tutti ma ti invito a mettere in firma le caratteristiche del tuo hardware e software in modo da evitare le solite domande...

di Rael il 30.03.12, 20:20:49

... altro link esplicativo relativo alle licenze common creative

Di questo sistema cosa ne pensate?

Allora ragazzuoli,
io ne so un po', visto che ho una webradio con altri amici che passa solamente musica con licenze permissive o no-copyright (in realtà non fa solamente questo, la web-radio, ma più avanti saprete).
Innanzi tutto capiamo una cosa: il bollino non c'entra niente con le licenze annesse. E' una cosa che va messa per legge (se ne può discutere, ma è PRATICAMENTE obbligatorio) sui supporti destinati alla VENDITA: se ne parlate con un funzionario siae qualunque vi dirà che il bollino è una forma di controllo statale (e non della siae) sui contenuti commercializzati sul territorio italiano (e vi faranno ovviamente degli esempi con la pedopornografia).

Le licenze sono invece dei contratti che si applicano alle opere DOPO averle "coperte ufficialmente" da diritto d'autore, come le licenze copyleft per l'informatica. In realtà il diritto d'autore è un diritto che esiste dal momento che l'opera è stata creata, ma bisogna essere in grado di poter PROVARE davanti ad un giudice che quell'opera è propria (persone fisiche, perciò nome e cognome e non nick o nomi di band) e che esiste da una data certa.
C'è una cosa da sapere: nel caso succeda qualche cosa la parola finale è sempre quella del giudice, perciò ogni caso è a sé stante e una soluzione che va bene per un caso potrebbe non andare bene per l'altro. E perciò non c'è UN metodo per certificare la paternità intellettuale dell'opera che sia low-cost e sicuro al 100% (il deposito in siae o la firma di un notaio si avvicinano pericolosamente al 100%).

Ci sono davvero tanti metodi per poter certificare paternità intellettuale in dato giorno ed ora, tutti con i propri pro e contro. Per ora ne accenno qualcuno, poi magari li affrontiamo insieme:
- famigerata raccomandata A/R (meglio raccomandata assicurata): il problema di questo metodo è che ci si affida al timbro postale per certificare che l'opera è nostra ma il timbro è posto sulla busta e non su quello che c'è dentro. Ciò significa che la busta può essere manomessa e il contenuto cambiato, ceralacca, timbri postali, francobolli sulla piega o no. Anche nel caso siamo noi a spedire a noi stessi la raccomandata non si può essere certi del risultato, perché ipoteticamente avremmo potuto inviarci una busta vuota e averla manomessa e riempita solo successivamente.
- firma del notaio: metodo sicuro ma costoso. Se avete un amico o conoscente notaio potrebbe essere una buona idea farvi firmare il supporto contenente l'opera (in fin dei conti il lavoro è quello di mettere delle firme riconosciute dallo Stato). Seguendo le dovute accortezze (quindi apporre data, ora, nomi e cognomi) questo metodo può essere combinato con la raccomandata raggiungendo un elevato valore probatorio.
- posta elettronica certificata con marca temporale: a mio parere è il metodo più conveniente tra low-cost e sicurezza, ma è anche quello più lungo da spiegare. Stringendo al massimo vi basti sapere che la posta elettronica equivale ad una raccomandata molto ufficiale (l'Italia è stato, tra l'altro, uno dei primissimi paesi a sostenere la PEC dandogli un valore legale autorevole sin da subito) e la marca temporale ad un timbro che prova l'esistenza di un'opera in una data certa. Si può fare con qualsiasi documento digitalizzato (perciò tutto) ed è un servizio che si può metter su anche da soli; c'è però chi lo fa già (ed ha avuto anche un ruolo piuttosto importante), ad esempio il movimento costozero (N.B: copyzero e copyzero online sono due cose diverse e, seppur basandosi sugli stessi principi, funzionano diversamente).
- ci sono altri metodi offerti da siti che fanno quello che fa il movimento costozero, ma sono meno trasparenti o facili da capire e perciò ve li sconsiglio.

Dopo di ciò si può apporre una licenza permissiva (oramai valida) all'utilizzo della propria opera.
Spero di essere stato chiaro, ma per qualsiasi domanda di approfondimento/chiarimento sono qui.

Glasgo-


EDIT: sono stato impreciso, il metodo Copyzero è firma digitale + marca temporale, la PEC è eventualmente una sicurezza in più.

Complimenti, grazie mille per questa disamina precisa ed esaustiva dell'argomento - su cui, com'è evidente, se ne sa sempre poco o non in maniera chiara.

La cosa più interessante sarebbe questo costozero, che mi ricordo incontrai tempo fa quando suonavo in un gruppo, ma poi la cosa decadde e non indagai.
Se ti va, parlacene più approfonditamente, e si potrebbe addirittura fare un post a parte da tenere come annuncio permanente in "Generale" (magari linkato anche qui) per dare indicazioni su licenze e diritti (con tanto di disamina sulla loro differenza).

Sarebbe molto impegnativo, ma si potrebbe fare.
Però dovete darmi un po' di tempo per preparare il tutto.

Idee sulla struttura? Da dove partire o su cosa porre maggiore attenzione (ovviamente all'interno del contesto 'licenze open')?

Glasgo-

Beh credo che la parte più importante, la questione su cui porre maggiormente l'accento, sia proprio la questione "tutela".

Intesa sia come tutela legale (diritti d'autore) che commerciale (chi e dove e come può in caso vendere le mie cose) che artistica (a prescindere di chi detiene i diritti commerciali della mia roba, chi è in possesso di quelli artistici).

Ovviamente prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. Se vuoi fare una cosa non troppo lunga e complessa, potresti fare una cosa simile a quella che hai fatto qui, mettendo una voce separata per ogni soluzione, evidenziandone pro e contro, costi orientativi, impegno e problematicità nel farlo, eventualmente (se ne sei già in possesso, altrimenti no) link o siti o cose simili su cui informarmi meglio.

Se hai avuto a che fare con più entità tipo SIAE estere, potresti anche riportare le tue esperienze con loro.

Ripeto: non serve fare un'enciclopedia del diritto d'autore, e soprattutto prenditi il tempo che ti serve, oltre al fatto che se non ce la fai non c'è nessun problema

Ok, ci sto.
Tra l'altro dovrei fare una specie di "relazione delle cose che so" anche per motivi miei e mi fa piacere scrivere tutto qui così che qualcuno possa ritenerlo utile.

Presto avrete mie notizie.

Glasgo-

W.I.P.

glasgo-

^^
Ottimo tienici aggiornati!

Ciao a tutti,
Come prima cosa vi invito a leggere le pubblicazioni del buon Simone Aliprandri, pionere in italia di queste questioni
http://www.aliprandi.org/books

un'altra possibilità è il deposito dell'opera presso la presidenza del consiglio (lo so.. fa strano...) o la pubblicazione o la prima esecuzione su giornale(ovviamente non per la musica) o mezzi video mediatici; tv ma anche youtube che ha introdotto da poco la licenza CC. Di fatto si tratta di una prova in ordine temporale della prima esecuzione dell'opera non della creazione ma tant'è se uno la riprodotta l'ha anche creata.

aggiungo un importante progetto del politecnico di Torino, molto fervente sul tema opensource, copyleft e creative commons che fornisce supporto a queste domande.
Il sito è http://selili.polito.it e fornisce informazioni e conuslenza on line per la diffusione e la condivisione del sapere

Sono contento che si parli di questo argomento!
@Glasgo.. riusciamo a sentirci via "voice"? :-)
Ciao a tutti!

Di fatto si tratta di una prova in ordine temporale della prima esecuzione dell'opera non della creazione ma tant'è se uno la riprodotta l'ha anche creata.

Bisognerebbe essere un pochino più responsabili e puntigliosi a riguardo, perché purtroppo problemi concreti (in certi contesti) ce ne sono davvero. E affidarsi a youtube od altri metodi "spartani" è un'arma a doppio taglio.

Il politecnico di Torino (per la precisione il progetto NEXA) è anche responsabile dell'adattamento alla legislazione italiana delle licenze CC.

Qui alcuni modi per attestare la paternità dell'opera
http://www.scarichiamoli.org/main.php?page=faq2#9

Ecco a voi la Guida pratica all'Open Content in Italia, completa delle informazioni pratiche e dei concetti necessari per iniziare a muovere i primi passi nel mondo della Cultura Libera.
Nella guida troverete spiegazioni piuttosto dettagliate riguardo:
- Diritti d'Autore
- certificazioni di proprietà intellettuale di un'opera
- Copyzero
- licenze Creative Commons e alternative
Verranno affrontati per bene i concetti dell'Open Culture e l'innovazione che stanno portando nella nostra società (Open Access, Open Data).

Il lavoro è stato più lungo del previsto, ma alla fine è arrivato.
Spero vi possa essere d'aiuto e, vi dirò, metterei questa guida in una pagina a parte del sito scaricabile anche (se è possibile) a chi non è iscritto.
Ciao a tutti.

Complimenti!!
Gli darò una letta moooolto volentieri, l'argomento è interessante e aspettavo con ansia questo lavoro, bravo!
Sicuramente lo metteremo in prima pagina, disponibile per tutti